Alcuni giorni fa un’allieva ha posto una domanda molto interessante: aveva eseguito un trattamento a una persona che aveva problemi alle gambe, stanchezza e ginocchia deboli. Il giorno dopo quella persona (secondo la terminologia shiatsu è l’uke) le aveva riferito che il problema alle gambe era completamente passato e ne era felice.
Il quesito posto dall’allieva consisteva nel fatto che, nell’esecuzione del trattamento a seguito della valutazione energetica dell’uke, non aveva trovato da trattare meridiani strettamente collegati con la problematica evidenziata. Qual era il nesso di causalità tra il lavoro da lei svolto e la debolezza alle gambe? Come mai il trattamento aveva avuto subito successo?
La testimonianza del suo uke, comunque, non lasciava spazio a dubbi: la problematica era scomparsa immediatamente!
Questo genere di perplessità sorge, in genere, a causa del nostro habitus a pensare in modo strettamente razionale e meccanicistico, soprattutto per quanto riguarda la nostra salute, per cui ad ogni causa ci deve essere un effetto preciso e determinabile.
In realtà, nell’ambito delle discipline olistiche e della Medicina Tradizionale Cinese in particolare, le sfumature sono tantissime. Anche solo partendo dalla costituzione delle persone, dalla valutazione del viso, delle mani, delle abitudini, delle preferenze, gusti, etc., scopriremmo velocemente che le varianti sono talmente tante che per studiarle e analizzarle tutte e trarne un quadro diagnostico di tipo schematico, probabilmente non basterebbe una vita intera.
A volte le connessioni che si trovano nella valutazione energetica sono chiare e facilmente associabili alle problematiche evidenziate, come se fossero cesellate in una tabella su pietra, molte altre volte non è così.
Gli schemi diagnostici sono infatti solo un punto di partenza da cui trarre un quadro per poter iniziare a intervenire, ma ciò che conta veramente è aver fiducia nel risultato della valutazione energetica emersa.
Il “corpo energetico” della persona, se ben ascoltato, è in grado di offrire tutte le informazioni necessarie a effettuare un buon trattamento. Se così non fosse lo shiatsu e le discipline affini non potrebbero esistere perché sarebbero impraticabili, in quanto inefficaci.
Invece sono efficaci, eccome!
Fiducia.
Questa è proprio la parola che i Maestri hanno sempre sottolineato come obiettivo da perseguire per i propri allievi durante l’apprendimento.
L’impalpabilità e la difficoltà di delineare in modo razionale le sensazioni che prova l’operatore shiatsu durante una valutazione energetica, sono tali per cui solo una profonda fiducia nell’insegnamento che si riceve e nel percorso che si sta seguendo, possono spronare l’allievo nel non sentirsi frustrato o incapace.
Sensazioni, queste, tutt’altro che infrequenti durante le lezioni e la pratica…
Nonostante ciò, nel tempo e con l’esercizio, l’operatore impara a riconoscere e comprendere tali sensazioni.
Il passo successivo non potrà che essere quello di non dare per scontato che le stesse siano sempre un chiaro segnale d’allarme strettamente collegato alla problematica evidenziata dal suo uke in grado di mostrare un nesso causale facilmente determinabile.
L’evidenza empirica è la cartina tornasole di aver eseguito un buon lavoro. Per questo è importante chiedere sempre ai propri uke un riscontro, subito dopo il trattamento e anche alcuni giorni dopo, sul risultato ottenuto.
Ciò, naturalmente, non significa dover rimanere superficiali e ignorare le connessioni tra tipologia del trattamento eseguito e problematica evidenziata qualora appaiano incongruenti, ma nemmeno doverle trovare a ogni costo nell’immediato.
Le risposte in questi termini richiedono tempo, studio ed esperienza, dandosi l’opportunità di comprendere che c’è sempre qualcosa di nuovo da approfondire o da imparare!
Quindi: fiducia. Perché, si…, funziona davvero!