PER CHI DICE SEMPRE: “NON HO TEMPO…!!!”

Quante volte ci è capitato di desiderare iniziare una nuova attività, un corso, un’uscita…? Qualcosa che ci sembrava stimolante e che ci sarebbe piaciuto fare, ma… abbiamo pensato: “Non ho il tempo!!!”.

A quel pensiero ci venivano subito in mente il lavoro, gli impegni famigliari, i mestieri di casa, le commissioni varie che riempiono le nostre giornate senza lasciare spazio ad altro, ritrovandoci così a rinunciare: “Va be’… sarà per un’altra volta…!”. Non ci siamo nemmeno dati la possibilità di provare.

La gestione del tempo è un aspetto essenziale della nostra vita che influisce notevolmente sulla sua articolazione e sulle possibilità che possiamo e riusciamo a concederci. Molto spesso, però, gestiamo il nostro tempo senza tener conto in modo consapevole della componente soggettiva del medesimo, cioè la sua percezione in relazione alle nostre emozioni.

Siamo infatti abituati a vedere il tempo come una successione di eventi scanditi prevalentemente da uno strumento di misura: l’orologio. Ne portiamo uno al polso, ne abbiamo più di uno in casa e anche uno nel telefono cellulare. In questo modo abbiamo costantemente la necessità e l’opportunità di misurarci e far misurare le nostre attività da questo strumento che scandisce gli eventi in modo assolutamente oggettivo: un minuto è un minuto per tutti, esattamente identico per ogni persona.

L’orologio e tutti gli strumenti similari, però, sono stati inventati dall’uomo e utilizzati per la necessità di organizzazione della vita sociale.

In realtà le piante, gli animali e la natura in genere, ancora oggi regolano le proprie attività sulla base della percezione del tempo come scandito dalla Natura stessa: il sorgere e tramontare del sole, le fasi lunari, gli eventi climatici, l’alternarsi delle stagioni, gli impulsi e gli istinti regolati dai bisogni base per la vita.

Loro non hanno bisogno dell’orologio!

Noi esseri umani, invece, si. Ma questo solo per la complessità delle relazioni sociali e delle attività svolte in coordinamento con gli altri. Le attività realmente necessarie alla nostra sopravvivenza, in realtà, non avrebbero alcun bisogno né di orologi, né di calendari. Anzi, una migliore percezione della Natura, consentirebbe l’adeguamento delle nostre attività in armonia con la stessa e, di conseguenza, uno stile di vita più sostenibile per noi stessi.

Non solo. Come già detto, nella gestione del tempo non teniamo quasi mai conto di un aspetto importante e che influisce sul medesimo: la percezione che abbiamo del tempo stesso; cioè la componente soggettiva.

A tutti è sicuramente capitato più volte di svolgere un’attività estremamente noiosa, magari anche spiacevole. Dopo un lasso di tempo estremamente lungo ci siamo resi conto che, in realtà, erano passati solo pochi minuti. “Ma come?!? Impossibile!”. Eppure l’orologio non poteva mentire.

Allo stesso modo sarà capitato di svolgere qualcosa di estremamente piacevole. Quale è stata la percezione del tempo? Magari molte ore, una giornata intera a svolgere quell’attività, vuoi per la natura della stessa, vuoi perché fatta insieme a persone gradite, è sembrato fossero passati pochi istanti. Ore e ore volate via come uno stormo di rondini che migrano verso paesi caldi!

La nostra percezione del tempo ha un’importanza tutt’altro che secondaria, ma chi mai ne dà il giusto peso nella sua gestione? Non credo di aver mai visto nessuno segnarsi in agenda gli appuntamenti e scrivere a fianco una nota del tipo “Attività piacevole, passerà in un attimo…” oppure “Riunione di un’ora con persone sgradite: sembreranno 10 ore almeno!”.

In questo modo rischiamo di organizzare le nostre giornate riempiendole di impegni e appuntamenti sgraditi che ci faranno percepire il tempo come infinito e logorante.

Tutto ciò incrementa inevitabilmente una condizione di stress, inficiando la nostra salute e contribuendo ad alimentare una sensazione di non riuscire a portare a compimento i propri impegni.

Quante volte è capitato di esserci dati da fare tutto il giorno, ma alla fine della giornata permaneva una sensazione di insoddisfazione, di non aver raggiunto i risultati sperati e di non riuscire a raccogliere i frutti del lavoro svolto?

Quante volte abbiamo programmato di svolgere una serie di attività, ma poi abbiamo fatto tutt’altro rimanendo punto e a capo?

Lo stress che ne deriva è alimentato dalla sensazione di aver sempre qualcosa da fare, logorandoci progressivamente.

Per ridurre o, possibilmente, evitare queste conseguenze è necessario cercare di programmare con più attenzione i nostri impegni, per quanto possibile. Cercare di alternare attività poco piacevoli con attività gradite e con persone piacevoli e a noi affini, in modo da allentare la tensione che deriva dalla scorretta percezione del tempo.

E’ molto utile, inoltre, segnare in un’agendina scritta su carta i nostri impegni, le cose da fare, etc. e tirare una bella riga sopra non appena completate. Questo ci darà l’occasione di percepirne la conclusione senza che si alimenti senza motivo una sensazione di non aver portato a compimento i nostri compiti.

E’ un po’ come quando si mette la sveglia per il mattino successivo. Se sappiamo che la sveglia funziona correttamente, dormiremo sereni perché sappiamo di aver delegato il compito di svegliarci al dispositivo. Se invece non abbiamo la sveglia o temiamo che non funzioni, avremo un sonno agitato per il timore di non riuscire a svegliarci in tempo.

Ebbene, delegare a un’agendina lo svolgimento delle nostre attività, riportandone anche con una riga o con una spunta a fianco il suo compimento, ci eviterà quella sensazione di dover fare ancora qualcosa rendendoci più sereni.

Lo scopo è quello di fare in modo di non rinunciare a impegnarsi in nuove attività piacevoli, di potersi dedicare del tempo senza doversi sempre sacrificare per il lavoro e per gli altri, di poter dar sfogo alle proprie curiosità e rimanere attivi.

Perché l’aver sempre nuovi obiettivi e impegnarsi per conseguirli sono la chiave del benessere e della nostra vitalità!

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1 commento

  1. Bell’articolo Fabiano!! Mi ha ricordato come veniva scandito il mio tempo e quello della mia famiglia quando ero piccola! Siccome mio padre lavorava in ferrovia, faceva il Capo Stazione, il tempo era subordinato agli orari del passaggio dei treni: “mi sono svegliata con il primo treno (le 4:30 del mattino)”. “E’ l’ora della merenda, è passato il treno delle 16:00”, “tra un attimo arriva papà perché è passato il treno delle 20:00”. Il treno era in nostro orologio senza tenere conto dei possibili ritardi!! Questa dimensione mi dava un grande senso di sicurezza e di ordine! Che bel ricordo!

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